“Art is a lie that allows us to tell the truth.” Picasso

The AUTHOR of LANDSCAPE ART projects and installations

Nicolas MONTI
Architect, designer, artist, photographer, exhibition curator, writer

Founding partner of AMA – Albera Monti Architetti, he designs cover a wide range of projects in the home, office, hospitality and retail fields.
Amongst his corporate clients: Adidas, Allianz, Amazon, Banca Generali, BCG Boston Consulting, BNP Paribas, Bosch, Citibank, Generali, Google, Societé Générale.

Nicolas is also active in the design of furniture, lamps and home accessories for companies such as: Artemide, Fontana Arte, Poltrona Frau, Tecno, Unifor.

Among his books and exhibitions:
– Africa Then: Photographs 1840-1918 (Knopf, New York + Thames & Hudson, London)
– Italian Modern: A Design Heritage (Rizzoli International, New York)
– Luca Comerio fotografo e cineasta (Electa, Milano)
– Mediterranean Houses in Italy (GG, Barcelona)
– El Diseno Italiano (GG, Barcelona)
– Cuhna Moraes, Viagems em Angola, 1877-1897, Casa Museu Bissaya Barreto, Coimbra)
– Il gioco della seduzione (De Agostini, Milano)

Some of the institutions for which he has curated exhibitions: ICP International Center of Photography in New York, PAC – Padiglione di Arte Contemporanea in Milan, Palazzo delle Albere in Trento, Palazzo Rosso in Genoa, the Archaeological Museum of Bergamo.

He is a NEA and NEH grants’ recipient.

Il testo in italiano segue quello in inglese

LANDSCAPE ART

My involvement consists in choosing and cultivating a location, more specifically defining or redefining it by introducing marks/actions or adding fresh elements. The aim of this process is to question and reveal existing elements which go to making up a landscape, an environment or a room.

Sometimes the project has very precise, almost defensive boundaries; it closes in an area and assumes control of it, or even stake a claim to it. In other projects the edges are not so clearly defined and you can imagine that the work goes beyond the limits of our field of vision, towards areas and distances not immediately perceptible.

Object and sign can have characteristics that are durable (a work in reinforced cement), transient and/or easy to change (a farmer’s hay sheaves or a sand castle) or exceedingly ephemeral (a trail left in the wake of someone’s passage) through tall grass.

The only criteria which guides the arrangement of the objects within a landscape is my sense of the aesthetic; there is no other consideration, no conceptual nor philosophical theory, no mathematical nor geometrical mumbo-jumbo, no inspiration taken from the history of art.
The fun you get from planning and constructing is the decisive factor, as is the desire to enjoy the finished work.

My aim is to define fixed points. Even if it is possible to walk through some projects, in actuality, they are designed to be seen and enjoyed from one or more vantage points, purposefully chosen to impose my own personal view of the work.

Occasionally the element of time can be essential or totally irrelevant, plainly obvious or seemingly absent; the artwork can be made to last for centuries or destined to survive only in the memory of the spectator and on film. Naturally, the projects are prone to natural changes, often over a very short period of time, and can be strongly influenced by their environment, light, and the interference of other humans.

Location can also be extremely important given its particular or unique characteristics.  Or it can have no importance at all and the artwork can be reproduced if not transplanted in many other situations.

The presence of these objects or projects is not a necessity. In its previous form, the spectator did not see the landscape as a void to be filled in. No doubt the artwork is never essential and it’s subjective to maintain that, in most cases, the artwork can enhance the place where it stands; however, it temporarily transforms the landscape allowing us to notice previously concealed and gives us a deeper insight to its characteristics, not only aesthetic, before and after the art project.

Since I realize that navigating the variety of subjects in chronological order might be disorienting: you may find a few selected ITINERARIES in the dedicated page of this web site.

Also have a look at: www.instagram.com/land.scapeart/

 

In Italiano

Il mio intervento consiste nel coltivare uno spazio da me scelto, ossia nel definirlo o nel ridefinirlo attraverso l’imposizione di un’azione o l’aggiunta di elementi nuovi. Questo processo è finalizzato ad interrogare e rivelare gli elementi che compongono un paesaggio, un ambiente o una stanza.

Talvolta l’intervento ha confini precisi, quasi difensivi; delimita uno spazio e ne afferma il controllo, se addirittura non rivendica un diritto di proprietà. Altre volte i contorni non sono evidenti e si può supporre che l’intervento si estenda ben oltre i limiti del nostro campo visivo, su superfici e per distanze non immediatamente percepibili.

Oggetto o segno possono avere caratteristiche durature (un’opera in cemento armato), transitorie e/o facilmente modificabili (i covoni di paglia del contadino o un castello di sabbia) o estremamente effimere (la traccia di un passaggio nell’erba alta).

Il criterio che guida la disposizione degli oggetti all’interno del paesaggio è solo ed esclusivamente il mio senso estetico; nessun’altra considerazione entra in gioco, nessuna teoria concettuale, filosofica, matematica o geometrica, nessun rimando colto all’opera di artisti precedenti.
E’ per me determinante il divertimento di progettare e di costruire e, naturalmente, il desiderio di godere dell’opera finita.

Il mio scopo consiste nel definire dei punti di lettura obbligati dell’opera, in quanto progettata per essere vista e fruita da uno o più punti di osservazione privilegiati, scelti nell’intento di imporre comunque una mia personale visione.

Di volta in volta l’elemento tempo può essere essenziale o ininfluente; l’opera può essere predisposta per durare nei secoli oppure sopravvivere solo nella memoria dello spettatore e della pellicola fotografica. Naturalmente gli interventi sono soggetti a mutazioni naturali, spesso in rapidissima evoluzione, e possono essere fortemente influenzati dalle condizioni ambientali, dalla luce o dall’intervento inconscio di altri uomini.

Anche il luogo può essere essenziale, con le sue caratteristiche particolari o uniche. Oppure può essere ininfluente e l’opera essenzialmente riproducibile, se non trasportabile, in molte altre situazioni.

Non esiste una necessità che imponga la presenza di questi oggetti o di questi interventi, perché il paesaggio, così come esisteva prima, non si presentava all’osservatore come un vuoto da riempire.
L’opera non è mai necessaria ed è soggettivo sostenere che l’opera migliori il luogo che la ospita; piuttosto l’opera lo trasforma rendendolo temporaneamente diverso, aiutandoci a percepire alcune sue valenze nascoste, permettendoci di meglio comprendere le sue caratteristiche, non solo estetiche, precedenti e successive all’intervento artistico.

Considerando che semplicemente seguire la cronologia dei progetti potrebbe risultare disorientante, se lo desiderate potete trovare una serie di suggerimenti nella pagina ITINERARI.

Perchè non date un’occhiata anche a  www.instagram.com/land.scapeart/